Spiritual Action / Johnny Mox

Something about yourself

24.04.2025

Partigiani si nasce

Un paio di anni fa c’era questa campagna pubblicitaria che aveva tappezzato la città di manifesti: il claim, lo slogan diceva "Artigiani si nasce" ma qualcuno con la bomboletta spray, in un moto di sobrietà, aveva aggiunto ai manifesti la lettera P facendo diventare lo slogan "Partigiani si nasce"centrando pienamente il punto.

Siamo nati liberi e libere grazie alla Resistenza. Questo concetto è divisivo solo per chi la libertà la teme.

Prima di essere un fatto storico e politico, la Resistenza è un fatto umano, una convergenza di desideri umani.

Gli ideali non c'entrano, c'entra il Desiderio, ed è quello che serve per tenere insieme tutto quanto.

"𝑁𝑜𝑛 𝑒̀ 𝑝𝑒𝑟 𝑣𝑖𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑔𝑙𝑜𝑟𝑖𝑎, 𝑐ℎ𝑒 𝑠𝑖𝑎𝑚𝑜 𝑎𝑛𝑑𝑎𝑡𝑖 𝑖𝑛 𝑚𝑜𝑛𝑡𝑎𝑔𝑛𝑎, 𝑎 𝑓𝑎𝑟 𝑙𝑎 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎. 𝐷𝑖 𝑔𝑢𝑒𝑟𝑟𝑎 𝑒𝑟𝑎𝑣𝑎𝑚 𝑠𝑡𝑎𝑛𝑐ℎ𝑖, 𝑑𝑖 𝑝𝑎𝑡𝑟𝑖𝑎 𝑎𝑛𝑐ℎ𝑒. 𝐴𝑣𝑒𝑣𝑎𝑚𝑜 𝑏𝑖𝑠𝑜𝑔𝑛𝑜 𝑑𝑖 𝑑𝑖𝑟𝑒: 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑡𝑒𝑐𝑖 𝑙𝑒 𝑚𝑎𝑛𝑖 𝑙𝑖𝑏𝑒𝑟𝑒, 𝑖 𝑝𝑖𝑒𝑑𝑖, 𝑔𝑙𝑖 𝑜𝑐𝑐ℎ𝑖, 𝑙𝑒 𝑜𝑟𝑒𝑐𝑐ℎ𝑖𝑒; 𝑙𝑎𝑠𝑐𝑖𝑎𝑡𝑒𝑐𝑖 𝑑𝑜𝑟𝑚𝑖𝑟𝑒 𝑛𝑒𝑙 𝑓𝑖𝑒𝑛𝑖𝑙𝑒, 𝑐𝑜𝑛 𝑢𝑛𝑎 𝑟𝑎𝑔𝑎𝑧𝑧𝑎" - 𝑁𝑖𝑛𝑜 𝑃𝑒𝑑𝑟𝑒𝑡𝑡𝑖, 𝐼 𝑝𝑎𝑟𝑡𝑖𝑔𝑖𝑎𝑛𝑖.

ll 25 aprile è la festa della liberazione ma è anche la celebrazione di questo desiderio collettivo.

Oggi il Desiderio è il terreno di scontro feroce tra due visioni del mondo: da un lato il desiderio meschino e individualista che ci vuole in competizione uno con l’altro come tanti piccoli rapper, come tanti minuscoli elon musk disposti a tutto pur di arricchirsi in fretta a discapito di tutto e tutti.

Dall’altra il desiderio collettivo di chi è alla ricerca di un orizzonte di senso da dare alla propria fatica fisica e mentale, al proprio lavoro: che ha capito che la ricchezza è un valore che può essere generato solo collettivamente, che rifiuta il sostegno al riarmo, che rifiuta il sostegno al genocidio, alla distruzione degli ecosistemi.

Il 25 aprile è la festa della liberazione ma è anche la celebrazione di questo desiderio collettivo: durante la resistenza si è realizzata la più grande convergenza di desiderio collettivo del secolo: la liberazione è frutto della convergenza del desiderio di mondi lontanissimi dai comunisti, i socialisti, ma anche dei cattolici, dei liberali, delle maestre, dei fornai dei papà delle mamme dei bambini.

Abbiamo tutti e tutte bisogno di desiderio, di sentire che tante persone desiderano quello che desideriamo: siamo tanti/e ma non ce ne accorgiamo, siamo tantissimi, ma soprattutto, tenetevi forte, abbiamo una cosa in comune: siamo nati liberi. Non è così scontato come sembra.

Questa festa serve a dirlo a voce alta.

20.04.2025

Il Giardiniere

Mio figlio Giona mi ha chiesto di spiegargli cosa succede in città perché si parla e si litiga di sicurezza e accoglienza > allora gli ho raccontato questa storia:

'Il Giardiniere"

Immagina che la tua città sia un bel giardino fatto di piante e fiori. Tutti gli orti ricevono acqua e cure dal giardiniere tranne un pezzetto di terra arida dove crescono piante tutte storte e spinose. Su quel pezzo di terra il giardiniere ha l'ordine da parte del padrone di non far arrivare nè acqua nè nutrimento. Ha il divieto assoluto di prendersene cura.

Mese dopo mese le radici delle piante spinose si protendono sempre più in profondità in cerca dell'acqua.

Le aiuole un tempo rigogliose cominciano a mostrare segni di sofferenza. I cittadini si lamentano. Le rose appassiscono e mostrano segni di sfibramento. Intanto le radici delle piante spinose sono così assetate da spaccare tutto il sistema di irrigazione. Ora è l'intero giardino ad essere in pericolo. I cittadini se la prendono con il giardiniere, colpevole di non aver fatto nulla per fermare il degrado del giardino. Anche il padrone, resosi conto dell'errore, incolpa il giardiniere.

Il giardiniere sa che per salvare il giardino c'è solo una cosa da fare: non lasciare nessuna pianta senz'acqua. In un sistema interconnesso, trascurare una parte ha pericolose ripercussioni sul tutto. E' sempre così, anche quando, al posto delle piante, ci sono gli esseri umani.

17.04.2025

L’ultimo panificio a Gaza

59.000 pagnotte al giorno, turni da 19 ore. Questo è l'ultimo panificio funzionante a Gaza, un panifico mobile, gestito dalla World Central Kitchen, che si sposta su un camion rimorchio.
Il panificio ha dovuto lasciare la sua base a Khan Younis dopo l'ordine dell'esercito israeliano di evacuare la popolazione della città meridionale per far posto alle operazioni militari, che si sono intensificate da quando Israele ha posto fine al cessate il fuoco a metà marzo. A Gaza da tempo la popolazione mangia erba bollita con cibo per animali, non ci sono più presidi sanitari- In questi mesi abbiamo visto crimini più efferati, ma questo tipo di azioni, segnano il passaggio di un confine invisibile, da cui sembra impossibile tornare indietro.
Forse gli Anni Venti sono questo, forse la guerra è questo. Senti di aver ragione, ma è una ragione cieca, che non ti fa più ragionare.

09.04.2025

Adolescence

Adolescence, è una storia girata a Sheffield e parla di un ragazzo di tredici anni arrestato per l’omicidio di una compagna di scuola.

Ci sono centinaia di elementi di lettura che sono stati giustamente analizzati (incel, manosfera, social media, genitori che scoprono di non sapere nulla dei propri figli, violenza, incomunicabilità etc).
Un elemento che risalta in maniera fortissima è la completa solitudine di ogni singolo personaggio: dal protagonista Jamie, la sua famiglia, gli insegnanti, la psicologa, il detective e suo figlio. C'è poi l'assenza del punto di vista della vittima, che in questo caso considero funzionale alla riuscita della serie che ha l'obiettivo di farci vivere il grande conflitto e lo scollamento del carnefice e di chi gli sta vicino.


In meno di 4 mesi in Italia sono stati compiuti 11 femmicidi, numeri che non sembrano trovare un argine. Tante persone chiedono tra le altre cose l'istituzione di percorsi di educazione all'affettività nelle scuole.
Dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, lo scorso anno alcune mamme della scuola che frequenta Giona (si, erano tutte mamme) hanno proposto i percorsi per le classi, che sono stati approvati (parliamo di una classe di quarta elementare). Il ciclo di incontri però si è rivelato un fallimento: non per i contenuti o la professionalità dell'esperto, ma perché più di metà classe ha deciso di non partecipare. Molte famiglie (non solo di seconda generazione ma anche italiane) non hanno ritenuto le lezioni adatte ai loro figli. Nessuno ha ritenuto importante parlarne con le insegnanti e tra genitori, ma adesso me ne pento moltissimo, perché non ci sono solo i flgli da educare e difendere, ma anche tanti genitori confusi, iper-protettitvi, che spesso senza accorgersene sottopongono i figli ad una pressione devastante (e sto parlando anche di me per carità).
Mentre l'opposizione ai percorsi di educazione all'affettività è un muro sempre più duro da superare, sul fronte opposto di recente ho scoperto come le scuole italiane abbiano intensificato il loro rapporto con l'esercito, che è libero di entrare in classe, di entrare nei percorsi di alternanza scuola-lavoro, di essere presente ovunque.
Ci sono sempre più ragazzi e ragazze che desiderano entrare nelle forze dell'ordine, attirati dallo stipendio, dalle tutele, dalle possibilità di carriera, in un contesto di impoverimento della classe media e dell'aumento delle spese universitarie. Se penso ad Adolescence, al riarmo, al ritorno della leva obbligatoria: cosa potrà mai andare storto? 

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08.04.2025

Chip War
Pensa al tuo smartphone, alla lavatrice, alla tua auto, alla tua carta di credito, il termostato, i pannelli fotovoltaici, la batteria delle bici, i missili, i droni, senza contare gli utilizzi in campo medico e ovviamente il massiccio impiego nel campo dell'AI.

Dopo l'acqua, al mondo non c'è niente di più importante dei microchip: incidono sulle nostre vite più del petrolio più del gas.

Lo scorso anno ho letto Chip War di Chris Miller: è un viaggio incredibile tra scienza, tecnologia e politica. Racconta l'evoluzione dei semiconduttori e della.guerra per l'egemonia tecnologica sul settore. Il parallelismo con la Guerra Fredda non tiene, siamo ad un livello nettamente superiore.
Usa e Cina stanno apertamente contendendosi il primato su questo asset strategico, in mezzo c'è il ruolo di Taiwan (che produce circa il 66% dei microchip e il 92% di quelli avanzati).
Dal 2022 con Biden gli USA hanno messo in campo una una serie di restrizioni senza precedenti all'esportazione di chip avanzati verso la Cina, ma il risultato secondo molti è stato quello di accelerare l'autonomia tecnologica cinese.

La turbolenza e i dazi di questi giorni stanno facendo lo stesso, avvicinare strategicamente i paesi del pacifico: (nb i dazi per ora non riguardano i chip) anche qui la variabile di questo azzardo è solo una: il tempo, ogni settimana, ogni giorno in più rende il progetto più difficile da sostenere per Trump. 

In Europa se non ci scrolliamo di dosso questo sonno rischiamo di non avere più un ruolo.

E' fondamentale smarcarsi approfittare di questo momento drammatico per recuperare il tempo perduto: puntare al debito comune subito (unione finanziaria), ristrutturare i ruoli di commissione e parlamento (unione politica), recuperare un ruolo diplomatico e solo in seguito parlare di eserciti e armi (che avranno comunque bisogno di migliaia di microchip per funzionare). Un suggerimento, uno slogan per i sovranisti disorientati “I soldi degli europei agli europei”.

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04.04.2025

Tutto Sbagliato

Facciamo un esperimento: adesso entro in questa stanza affollata, prendo dalla mia tasca una fiala di spray al peperonicino e la scaglio per terra. Poi, mentre tutto intorno scoppia il panico vado dritto verso la cassaforte per prendere il malloppo, indisturbato.

E' questo il contesto in cui viviamo ogni giorno. Il caos non ti spaventa se sei tu a crearlo di proposito.

Continuare a considerare una follia le scelte economiche del governo americano significa fare esattamente il gioco di Trump. Il 2 aprile e il liberation day al giardino delle Rose segnano con tutta probabilità la fine della Globalizzazione. La "distruzione controllata dell'economia globale" (sono parole di.JD Vance) serve a riaffermare l'egemonia americana e della sua moneta. Un azzardo che credo si tradurrà in un fallimento per una serie di variabili incontrollabili (finanza tech, climate change, enorme forza demografica ed economica dei mercati del pacifico).

In questa fase la velocità è un alleato incredibile ma allo stesso tempo la minaccia più grande: chi scaglia la fiala di peperoncino a terra un piano ce l'ha, ma tutto dipende da quanto velocemente riuscirà a portarlo a termine. In Europa invece viviamo una tragica scissione: pronti al riarmo ma ognuno per sè (la contrattazione stato per stato dei vaccini non ci ha insegnato nulla), senza un piano di investimenti comune ma soprattutto senza debito comune. Non bene. La scissione più feroce però è sul piano umano e democratico. Da un lato il sostegno all'Ucraina e al suo popolo, l'ossessione per la pace giusta (senza però sedersi ai tavoli per il cessate il fuoco) dall'altro la chiusura sistematica delle frontiere, la caccia ai migranti, l'appoggio al genocidio dei palestinesi.

Mi ha fatto male sentire così tanti discorsi vuoti e indentitari in piazza: sull'Erasmus, sul mito della superiorità della democrazia europea, le stronzate su Ventotene.

La nostalgia è il nostro oppio, è una forma dolce di oppressione: quando compriamo a prezzi spropositati i biglietti per la reunion di quella band, quando ci facciamo il ritratto studio ghiblizzato stiamo distogliendo lo sguardo: per accelerare la scissione. Si chiama vivere la vita guardando solo all'indietro, aggrappandosi alle cose rassicuranti mentre davanti vediamo solo nebbia.

La notizia tragica è che la nebbia che vediamo è generata esattamente dal tepore caldo della nostalgia in cui ci sentiamo così bene.

22.03.2025

Juke Mox

Alessandro Cortini - Nati Infiniti
Ukaze - L'esercizio del potere
Clppng - Dead Channel Sky
Denzel Curry & Badbadbadnotgood - Ultimate
Jr Ewing - Ride Paranoia

Ye - Bully V1
Giovanni Cacciapaglia - Sei note in logica
Guedra Guedra - Vexillology
Jamie XX - In waves

Hearts apart - Summer Bummer
Puma Blue - Holy Waters
Mongo Santamaria - Afroroots
Aesop Rock - Integrated tech Solutions
Beck - Mutations
Lucio Battisti - Il mio canto libero

Rosalia - Los Angeles

Melt Banana - 3+5
Wavves - Afraid of Heights
Damon Locks - List of Demands
Four tet - there is love in you
Brian Eno / Harold Budd - The Pearl
His hero is Gone - Monument to Thieves
Nina Simone - It is finished

Violeta Garcia - IN/OUT
Rival Schools - United by fate
The Rapture - Echoes
The King Khan & BBQ Show - Invisible Girl
The Murder Capital - Blindness
Oranssi Pazuzu - Muuntautuja
Mabe Fratti - Sentir Que No Sabes
Agriculture - Living is Easy

19.03.2025

Altre cose che ho imparato di recente sulla musica

Quando vedo i ragazzini di tre anni con il body, con la t-shirt dei Ramones o degli ACDC mi sale la tristezza. Non per i bambini e nemmeno per i genitori, ma per il ruocck: perchè una volta che saranno spuntati i brufoli, quando finalmente arriva il momento di decidere la musica che ti rappresenta, è probabile che non sceglierai nè i Ramones nè gli ACDC. E in fondo è giusto così, bisogna mettere in discussione tutto, ribellarsi, altrimenti dove sta la sfida di crescere.

A casa nostra tutti ascoltano tutto, senza nessuna complesso di inferiorità, ma soprattutto, a casa nostra io sono di gran lunga la figura meno autorevole in fatto di musica.

Con Giona, a parte una parentesi gloriosa in cui abbiamo suonato assieme in un duo casalingo chitarra-tamburi, il rapporto musicale è incredibilmente dettato dai suoi stimoli, non dai miei. Non ha mai espresso il desiderio di suonare uno strumento (cosa che mi piacerebbe ovviamente), è cresciuto in mezzo ai concerti fino a considerarli naturali, una cosa scontata. Considera l'hip hop una musica ripetitiva e da vecchi (pensa un po), gli piacciono ovviamente le sigle dei cartoni e fatica a concepire la musica disunita dal formato video.

A parte qualche folgorazione di cose proposte casualmente da me (gli Specials, Harry Belafonte, Devo, Hives, Major Lazer) ha scoperto i cantautori e la musica rock grazie a sua madre (Black Sabbath, ACDC, Iron Maiden, De Andrè). 

Questa musica, che lui considera "musica per gasarsi" (ottimo), rientra però in un campionato minore.

La musica vera, con la M maiuscola per Giona è quella che ha imparato a conoscere attraverso i film. Quindi Star Wars, Indiana Jones, Pirati dei Caraibi: tutto quello che va da John Williams a Morricone, con le orchestre e la sezione ottoni schierate in pompa magna . 

Visti questi presupposti, è subentrata poi la nonna materna a trasmettergli una passione enorme per la musica classica, che è forse l'unico ambito su cui io non sono preparato nè ho mai avuto alcuna velleità di conoscenza. 

E così oggi Giona è il mio maestro, ci ascoltiamo le esecuzioni della pastorale di Beethoven, il Bolero, il Quinto concerto dell'imperatore, Mozart, mentre in macchina mettiamo Thunderstruck o Paranoid.

E' tutto nuovo ed entusiasmante.

Oggi Giona compie gli anni e come sempre, è anche la festa del papà.

11.03.2025

Disarmati

Facciamo un esperimento: adesso entro in questa stanza affollata prendo dalla mia tasca una fiala di spray al peperonicino e la scaglio per terra. Poi, mentre tutto intorno scoppia il panico vado dritto verso la cassaforte per prendere il malloppo, indisturbato. 

E' questo il contesto in cui viviamo ogni giorno. Il chaos non ti spaventa se sei tu a crearlo.

Il mondo assomiglia ad una stanza sempre più piccola dove tutti parlano a voce alta e dove è impossibile capire qualcosa. 

Se tutti hanno ragione, nessuno ha ragione: tutti rivendicano qualcosa e il frastuono costante generato dall'informazione premia solo una categoria di individui: quelli che hanno bisogno del chaos per realizzare i propri obiettivi. 

Il riarmo è una scelta tragica e pericolosissima. Riarmarci non ci renderà più sicuri, ma solo più esposti.  Puntare sulla forza, giocare nello stesso campionato di questi leader, ci indebolisce drammaticamente. Mentre tutti accelerano noi qui dovremmo tentare in ogni modo di rallentare. I vertici europei dovrebbero essere in Russia, in Cina, parlare con i Brics, ammansire, sedere ai negoziati di pace, promettere, eludere, sedurre, confondere, siglare accordi. Che poi le armi da chi le andranno a comprare nel breve periodo gli eserciti europei secondo voi? Ce le stampiamo con la stampante 3D? 

Sappiamo bene che il riarmo è già realtà.

Il vero problema della manifestazione per l’Europa del 15 marzo è che non chiede cambiamento, ma continuità.  Il dibattito - stanco- è ancora una volta identitario: sempre e solo su chi siamo noi, su cos'è l'Europa, sui simboli, mai su cosa deve fare l'EU. La Democrazia è un processo, ma è anche una tensione verso l’azione, un risultato.

Riarmarci non è la strada per vincere questa guerra, ma la prova che la stiamo già perdendo (dal 2016 - come minimo). 

La Commissione europea si è mossa per rimuovere i vincoli del Patto di stabilità esclusivamente per il riarmo, possiamo sforare per i proiettili ma non per avere un’ infrastruttura cloud all'avanguardia (Eurostack), non per la salute, non per l'euro digitale (questa è anche o soprattutto una guerra tecno finanziaria innescata dal mostruoso debito pubblico americano), non per il potere d’acquisto delle famiglie, nessuno sembra seriamente intenzionato a puntare sull'integrazione europea che invece paradossalmente adesso potrebbe essere realmente un’ occasione di crescita sistemica. Clima non pervenuto.

Non riuscendo a comprendere questo passaggio fondamentale, avremo le munizioni ma resteremo comunque disarmati davanti al presente e ancora più imperdonabile, disarmati davanti al futuro. 

06.03.2025

Teo

Ogni volta che mi succede qualcosa di ridicolo (cioè tutti i giorni), vorrei raccontartelo , ogni volta che sento un gruppo nuovo, vorrei istintivamente che lo sentissi. Qualche giorno fa ho riletto questa cosa che hai scritto, secondo me è perfetta- Ciao Teo tvb

IS THIS G@YNA?

Venerdì mattina comincia con due telefonate, una del Perdente e una del Samoano. No, non sono stato io, non è stato Kapazzatron, non siamo stati noi. Comunque è vero che qualcuno ha incollato la loro porta di casa con del silicone o qualcosa di simile, serratura compresa. Incollato - La - Porta - Di - Casa. Geniale. Peccato non averci pensato prima. La giornata passa in fretta e la sera ci sono gli Enablers. Non si arriva al Bloom proprio freschissimi, ci si perde il gruppo d'apertura. Gli Enablers poi sono molto bravi e malgrado sia impossibile capire quello che dice/racconta Pete Simonelli fra il rumore e la foga storpiatrice che ci mette, il concerto si gode eccome. A un certo punto penso che probabilmente il tipo (Simonelli) mezzo pelato, mezzo elegante, mezzo giovane, mezzo no, a casa sua conduce una vita come quella di Pinketts. Non so perchè lo penso. Forse la nuova doppio malto del Bloom. Gli altri mi danno ragione. Una buona serata chiusa con una porchetta che si ripresenta pochissime ore dopo. Il Sabato sveglia in abbondante doppia cifra. La giornata consiste nell'alzarsi, fare due cose in casa, prendere i Cd di Kieran Hebden + Steve Reid da portare e vendere al loro concerto, mettere il culo in macchina e portarlo al Maffia. Così avviene senza problemi o fretta. C'è anche il Perdente. Provato dalla vita e necessitante di gayna*. Si prova ad accontentarlo. Anche l'altro Zio che accorre però è stato azzoppato nella gayna. Le sopracciglia si alzano e abbassano, si arcuano. Bestemmie? Tante e a pochi metri dal suolo. Mi vedo il concerto, folle e bellissimo, e me lo godo, ma con un pruritino alla base del cervello, perchè sento che in un angolo della stanza ci sono degli Zii non perfettamente immersi nella Gaynosphera e mi duole e mi brucia. Fuori dal Maffia ci aspettano una rissa, due chiacchiere veloci e un ritorno indolore. Entrato in casa mi sparisce il sonno. Ultima cannetta e giro sulla message board della Relapse. Arrivato a questo** rido un quarto d'ora, poi lascio andare Unlimited Edition e mi addormento.

*Gayna = Divertimento. Dire parolacce ad alta voce. Bere birra. Fumare sigarette col ciuffo. Ascoltare musica ad alto volume.

** link mancante

04.03.2025
Come ridiamo / La scena del'autobus in Joker

Joachin Phoenix è seduto sull'autobus, nei sedili davanti a lui c'è una bambina con sua madre. Comincia a prodursi in una serie di facce buffe che fanno ridere la piccola.

Non appena se ne accorge, la madre reagisce in modo freddo e duro: chiedendo al Joker di smettere di infastidire la figlia. A quel punto lui cambia completamente espressione e in segno di reazione comincia a ridere in maniera incontrollata e sofferente.

E' una scena minore, ma che ti svuota dall'interno. L'unica persona che in tutto il film ride veramente con lui e non di lui è una bambina. Il film è uno shock, ti fa aggrappare al Joker e poi ti fa perdere ogni appiglio: ho l'impressione che dica qualcosa di molto profondo sulla risata, sull'umiliazione sulla rabbia che ne deriva (vedi poi le rivolte finali). Joker è uscito nel 2019 assieme ad un altro film importantissimo: Parasite di Bong Joon-ho: anche qui la risata è oggetto di un trattamento controverso. La mia impressione è che questi due film rappresentino le due facce della medaglia: raccontano in modo sorprendente gli Anni Venti visti con gli occhi dell'Occidente e dell'Oriente. Anni fa avevo letto questo articolo di Tommaso Pincio che mi aveva aperto gli occhi- leggi

03.03.2025
Creare qualcosa dal nulla

La tecnologia e la scienza possono realmente creare

qualcosa dal nulla? La creatività é davvero l'ultimo

bastione dell'umanità? 

"L'umanità è a un bivio. O torna a credere di avere una natura diversa rispetto alle macchine o sarà ridotta a macchina tra le macchine. Il rischio non è che l'intelligenza artificiale diventi meglio di noi, ma che noi decidiamo liberamente di sottometterci a lei e ai suoi padroni." 

Lo ha detto il professor Federico Faggin. Ottantaquattro anni, nato a Vicenza e dagli anni '60 residente negli States, Faggin, dopo aver inventato il primo Micro chip (1971) e il primo touch screen (1984), ha avuto una svolta spirituale. No, non se ne va in giro scalzo a parlare alle piante, è un signore compassato che si incazza come una biscia quando gli domandano se l'AI rimpiazzerà la mente umana. Faggin sostiene che la coscienza genera la materia, che l'intelligenza Artificiale è nulla rispetto alla potenza generativa e creativa degli esseri viventi. Roba forte, ma - me ne rendo conto - siamo ad un passo dai discorsi di un fricchettone in erasmus.

La tecnologia e la scienza si trovano ad un bivio gigantesco: da un lato il materialismo che riduce tutto ad una serie di 0 e 1, dall'altra c'è una parte che non si può addomesticare, c'è una parte che fluttua che è il dominio della fisica quantistica. 

La scienza senza spiritualità è solo un macchinario, un rastrello, una congegno stupido. La frase che di solito viene utilizzata è "Il computer che batte l'umano a scacchi non sa che cos'è la nozione di Vittoria". Intanto lo batte, alla nostra cultura non frega un cazzo della "nozione di vittoria" e credo che il problema stia li.

Se lo dicono i professori io mi fido, ma come la mettiamo con il CRISPR. La più grande rivoluzione del secolo non è digitale, ma biologica. Il CRISPR è la scoperta scientifica più sensazionale degli ultimi 25 anni, è come un righello, un taglierino genetico che ci permette di scomporre e ricostruire come ci pare il DNA di esseri viventi e piante. Abbiamo crackato il codice genetico: vuoi un figlio coi tratti orientali e i capelli biondi? un ananas di colore viola? vuoi guarire tutte le malattie del mondo?: il CRISPR  scompone il DNA in mattoncini di lego da ricomporre come ci pare. Bellissimo e paurosissimo. Il documentario "Human Nature" del 2019, spiega ogni passaggio di questa rivoluzione . A questo punto la creatività umana dove la mettiamo? Se spostiamo il dna come ci pare che succede? I libri dello scrittore Benjamin Labatut, ci portano su questo territorio super scivoloso, ed è in quella melma che bisogna immergersi.

tante domande, grande confusione: molta spiritual action

scambiamoci mail: [email protected]

01.03.2025

Umiliazione

Ogni tanto riguardo questa foto, scattata tre anni fa a Kiev, mi chiedo dove siano adesso questi ragazzi.
Quando tre anni fa tante persone frastornate avevano sentito il bisogno di schierarsi dalla parte della pace, vennero travolte dalla retorica del popolo invaso e umiliato e dell'invasore da annientare. Nell'arco di una manciata di giorni abbiamo cominciato a vedere cacciati dai loro ruoli direttori di orchestra amici di Putin, sportivi amici di Putin e gente normalissima.
L'umiliazione trasforma gli esseri umani, rendendoli pericolosissimi. Ognuno può scegliere l'analisi geopolitica che preferisce, ma tutti gli esperti e gli storici concordano su un aspetto: le persone, umiliate smettono di ragionare, tendono ad esporsi a rischi altissimi. Se vieni umiliato all'assemblea di condominio, può finire che ti trovi a rigare con la chiave la macchina dell'amministratore, se vieni umiliato all'assemblea delle Nazioni unite...
Se provo a leggere ciò che ci ha portato fino a qui come una catena di umiliazioni mi vengono i brividi. Il primo ad essere stato umiliato è chiaramente Putin, poi il popolo ucraino, poi il popolo russo, in una spirale di umiliazioni culminata con la trappola dello studio ovale dove Zelensky è stato attirato con un solo scopo: umiliazione e delegittimazione.
Trump gioca d'azzardo cercando di distrarci dalla verità (l'asse del mondo si sta spostando) ma dice qualcosa di innegabile: la "pace giusta", la formula cui si aggrappano costantemente gli ucraini e gli europei, non esiste. Al massimo c’è solo una "pace possibile"-
La "pace giusta", la "democrazia giusta" il "capitalismo giusto", "l'integrazione giusta" non esistono. Questa cosa che nel mondo ha preso nomi diversi (buonismo, cultura woke, paternalismo etc) è all'origine di una devastante catena di umiliazioni in tutto il mondo. I nostri valori nel 2025 sono questi: il genocidio in Palestina, le stragi nel Mediterraneo, gli accordi con i peggiori dittatori, un mondo di schiavi e tiktoker che desiderano solo assomigliare ai loro padroni, anzi peggio, desiderano assomigliare a Snoop Dogg o Kanye West.
La "guerra giusta" non esiste. L'Europa "giusta" non esiste. Non esistono i buoni e i cattivi. Le guerre non le vincono mai le persone come questi ragazzi in foto. Tanti sentenziano: l'Europa è finita. Ma questa è una verità che conosciamo da tempo. Come scrive Ferdinando Cotugno "Guardare quella terribile scena pensando che sì, un esercito europeo ci farebbe sentire più sicuri, è un'illusione. Perché quell'esercito saprebbe da chi difenderci, ma molto meno cosa difendere".

Foto - Jeremy Bowen- 18 year old Ukrainian volunteers off to war in Kyiv. Three days training and they will be on the front line. (04/03/2022)

26.02.2025
Così però facciamo il loro gioco

Dall'annessione del Canada, la Groenlandia, Panama, i migranti in catene, i video AI di Gaza trasformata in una Rimini from the river to the sea.
Quante cose assurde abbiamo visto e sentito negli ultimi 40 giorni? Quante teorie del complotto sono fiorite negli ultimi anni?

Il nemico, per i fascisti non è quel giornale o quel media/canale specifico, il nemico sono tutti i media, anzi:

il nemico da attaccare è la realtà e la sua percezione.
"Flood the zone with shit" - letteralmente: inondare la“zona di merda”: ovvero alimentare il caos, per cavalcarlo e piegarlo alle proprie esigenze. La teoria è attribuita all'ex consigliere del primo Trump, Steve Bannon (saluto romano pure per lui).
Ma questa strategia è solo la replica della ricetta messa a punto già nei duemila da un personaggio tanto sfuggente quanto decisivo. Si chiama. Vladislav Surkov, viene da mondo del teatro d'avanguardia, ha lavorato nella televisione producendo reality show e scrive romanzi sotto pseudonimo. A lui è ispirato il protagonista de "Il mago del Cremlino" di Giuliano da Empoli. Definito il "nuovo Rasputin" è stato consigliere di Putin fino al 2022 ma ora la sua posizione è più defilata. 

E' Surkov che ha inventato questa roba e poi l'ha esportata. L'obiettivo non è solo intasare i media e la comunicazione politica di contenuti esplosivi e contraddittori, ma anche e soprattutto finanziare, dare soldi a chiunque, completamente a caso, (per esempio alle Pussy Riot e ad altri movimenti antagonisti) non tanto per controllarli, ma per controllare la leva del caos.

Non tutti i giornalisti se ne sono ancora accorti, ma in fondo, nel profondo lo sanno: sanno che queste assurdità finiscono con alimentare il traffico, le visualizzazioni etc.
Il lavoro dei media però dovrebbe essere quello di fornire gli strumenti per decifrare il presente, non farci esplodere il cervello. Quindi per assurdo un giornalista, facendo il suo lavoro scrupolosamente con i vecchi strumenti del mestiere, in questo momento rischia di alimentare il gioco del nemico.

Se tutti hanno ragione, alla fine nessuno ha ragione. Negli Anni Venti Avere ragione non basta, bisogna pretendere. E per pretendere, bisogna essere in tanti.E per essere in tanti/e, dobbiamo avere una narrazione comune. E dunque, a che serve avere ragione, quando lo spazio per ragionare è stato disintegrato?

24.02.2025
Polifonia

Eccolo, il nostro primo libro a fumetti.
192 pagine piene di gente, di bocche spalancate, a volte per la sofferenza, a volte per lo stupore e la trasformazione che solo la musica può indurre.
Polifonia è un graphic novel che parla di migrazione cercando di portarne alla luce tutte le complessità e le contraddizioni più feroci.
In un dibattito lacerato dalla polarizzazione, la crisi dell'accoglienza è soprattutto la crisi di un modello: quello paternalistico e da cartolina che non è in più in grado fare entrare il conflitto nella vita democratica. La storia di Koko fa emergere un ulteriore livello, più nascosto e violento: quello dello scontro generazionale e dello sfruttamento all'interno delle stesse comunità migranti.
Sarà il coro, come nella tragedie antiche, a divenire il luogo in cui questi conflitti troveranno una nuova forma di ascolto e di sorprendente trasformazione.

Soggetto e sceneggiatura - @johnny_mox
Disegni: @chiara_fazi_
Dirige il coro: @ratigher_sport
esce il 28 febbraio per
@coconinopress
🍒

24.02.2025
Peter Thiel

Più scavi e più trovi lo stesso nome: Peter Thiel.

Co-fondatore di paypal con Musk, ossessionato da Tolkien, (tutte le sue compagnie hanno nomi provenienti dal Signore degli Anelli), è un pò il dark Lord della Silicon valley e il motore ideologico di questa ondata fascista. E' stato il primo miliardario del tech a puntare su Donald Trump già nel 2016. E' l'uomo che ha creato politicamente e sostenuto le campagne di JD Vance. Gay dichiarato ma acerrimo nemico delle istanze lgbtq+ è stato tra primi finanziatori di Facebook, Airbnb, Spotify. 

Nel 2003 (cioè la preistoria) ha fondato Palantir (altro nome tolkeniano), specializzata nella raccolta e analisi di big data per governi e corporazioni, e con legami profondi con il Dipartimento della Difesa.  Al centro della filosofia di Thiel c’è il transumanesimo, l’idea che la tecnologia possa liberare l’umanità dai suoi limiti biologici.

Molto male Peter, esattamente l'opposto della Spiritual Action. 

Settimana scorsa ho sentito una sua intervista nel podcast di Rick Rubin, (che gli ha tristemente leccato il culo per due ore -che delusione Rick).

Ha raccontato il suo primo successo: , ha spiegato come ce l'ha fatta con paypal. 

Alla fine dei '90 nessuno usava paypal, la tecnologia messa a punto grazie alle email era fantastica e semplice, ma nessuno si fidava. Da qui l'idea brillante. "Regaliamogli i soldi". Chiunque si fosse registrato avrebbe ricevuto dieci dollari sul conto. Una spesa enorme per la compagnia, un bagno di sangue nel breve periodo, ma la strategia ha funzionato. E' la stessa strategia di Amazon, che è stata in perdita in doppia cifra per dieci anni, lo stesso business model dietro a Netflix e a tutte le altre piattaforme. Ma in ballo non c'erano un pugno di clienti o qualche quota di mercato. C’eravamo noi.

“Quando qualcosa è gratis il prodotto sei tu”

Lo diceva anche mia nonna, ora però non si tratta di una app, ma di un intero sistema di servizi, anzi di un intero sistema politico ed economico.

23.02.2025
I shot a man in Reno

Qual è il segreto delle canzoni. 

Ci sono pezzi che racchiudono concetti complicatissimi, pieni di livelli e sfumature che non riusciresti ad esprimere con tomi da 800 pagine ma che risultano immediati se compressi in una canzone da tre minuti.

Mi sono informato
C'è un treno che parte alle 7 e 40
Non hai molto tempo il traffico è lento nell'ora di punta
Ti bastano dieci minuti per giungere a casa, la nostra”


7 e 40 di Battisti-Mogol nello specifico ogni volta mi lascia di sasso: è un film.
Lui e lei si stanno lasciando, ma attenzione: è lui a sembrare il più deciso e convinto. Il treno di lei parte alle 7 e 40, lei fa le valigie mentre lui la incalza, non c'è molto tempo perché il traffico è lento nell'ora di punta etc. 

Non appena lui si ritrova a casa da solo, si rende conto della cazzata che ha appena fatto. 

Siamo nel 1969, nessuno ha i cellulari, altrimenti l'avrebbe potuta chiamare, le avrebbe potuto chiedere scusa e non avremmo avuto questo capolavoro.

Si fa due calcoli mentali e decide di prendere un volo per arrivare prima di lei (che nel frattempo si presume sia riuscita a prendere il treno), nella casa che hanno comprato assieme. Per la strada verso l'aeroporto ha un'ulteriore impennata di romanticismo e si ferma a comprare un mazzo di fiori-


Con l'aereo in un ora son lì
E poi di corsa un tassì, yeah
Sono certo così
Quando arrivi col treno mi vedi, non piangere
Presto presto
Presto, presto (yeah).”


Pazzesco. La musica incalzante come una molla rende tutto perfettamente tridimensionale e vivo. Siamo lì, siamo lì con lui che fa il biglietto e che corre al gate.. presto presto..

Altro testo incredibile è Folsom Prison Blues, ma questa volta non c'è un andamento narrativo, la canzone procede per immagini, uno stile comunque incredibilmente efficace.
In Folsom Prison Blues Johnny Cash  pronuncia la famigerata frase "I shot a man in Reno, just to watch him die". Nel pezzo Cash veste i panni di un carcerato, che sentendo dalla sua cella il fischio del treno (ancora un treno) sogna la libertà. Cosa c'è di più banale? E invece.

"I shot a man in Reno, just to whatch him die". Basta questa frase per spiegare tutto il mondo controverso e affascinante del lato oscuro, dei criminali, dei bad boys- Tutto con undici parole.

Nessuno conosce il segreto di alcune canzoni, o per lo meno nessuno riesce a spiegarlo, nessuno ha una ricetta. Nemmeno chi le ha scritte. E la magia, la superiorità di alcune canzoni è proprio questa. 

21.02.2025
Funziona

Le macchine funzionano: è per questo che ci fidiamo di loro.
Ieri ero in coda al negozio di ferramenta e c'era un tizio tutto nervoso che armeggiava con il telefono, "non me lo fa fare" continuava a ripetere mostrando lo schermo alla cassiera. "Mi spiace deve esserci un problema con la app" ha risposto la cassiera che ha spiegato di non avere nessun modo per intervenire.
Poi è arrivato il mio turno, ho pagato, dovevo attraversare la città e ho scelto il percorso più veloce suggerito da Maps. Tutto liscio.
Verso sera mi è tornato in mente il tizio in coda alla cassa. Mentre si lamentava, non ha detto "Non funziona" ha detto "Non me lo fa fare". E' una cosa che capita spessissimo anche a me. "Non me lo fa fare" è molto, molto diverso da un elettrodomestico che non funziona.
Secondo molti la tecnologia è la nuova religione universale.

E’ un argomento che apre le crepe nei muri.
E' sempre più difficile mettere discussione la tecnologia. Come nelle religioni, in cui c'è un patto sigillato dalla fede, la fiducia (cieca) nella tecnologia assomiglia sempre di più ad un atto di adesione irrazionale, una specie di salto nel vuoto: non sai come funziona, ma sei certo che funziona. Funziona sempre. Ma la tecnologia non è mai neutra. Anche i droni o i forni dei nazisti funzionavano alla perfezione.
Se ci penso, da tempo c'è una specie di inerzia, di arrendevolezza generale: ci siamo tutti quanti un po' arresi. Perché la vita va più veloce quando le cose funzionano. Siamo stati stupidi a credere che la vita più veloce fosse anche la vita più semplice. "Man mano che le nostre esistenze accelerano ecco arrivare la macchina a occuparsi di sempre maggiori incarichi rafforzando la sua autorità. Non è vero che ragioniamo sempre più come le macchine. È una stronzata. Il più delle volte non pensiamo.
Non pensiamo affatto. È questo l’effetto più devastante della tecnologia.

Non pensare”.
-continua

Nb: per consigli, letture, scambio

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19.02.2025
La Fissa dei cerotti

Tempo fa un amico mi ha chiesto il motivo della mia ossessione per i cerotti.

Nelle copertine dei dischi che ho fatto ci sono quasi sempre.

Nel primo / We=Trouble il cerotto copre una ferita sulla gamba, nel terzo / Future is not Coming but you will il cerotto copre la crepa di un muro di casa mia. Nel quarto / Anni Venti il cerotto non c'è ma la sua assenza- il segno dello strappo- è una presenza forte e visibile.

Gli Anni Venti sono gli anni dello strappo, tutto ciò che vediamo succedere giorno dopo giorno con un'accelerazione impressionante è la certificazione evidente di questo strappo.

Se prima qualcuno poteva illudersi di poter aggiustare le crepe della nostra casa con un cerotto, adesso ci ritroviamo non solo con la crepa allargata ma con la scatola dei cerotti vuota.

Fa paura, certo. Eppure sappiamo che tenere troppo a lungo i cerotti non aiuta le ferite a guarire. 

Spero che questa cosa non sia solo una supercazzola che mi è venuta un giovedì mattina di febbraio, ma che questo shock degli equilibri internazionali sia anche uno shock per il nostro sistema immunitario, mi piacerebbe vedere le persone, le istituzioni, gli artisti e le artiste reagire, mettere in discussione tutto, usare la propria immaginazione.

Nb: in effetti mi fanno notare che anche Walter White qui sotto sfoggia un bel cerotto sul nasone.

16.02.2025
Make America Breaking Bad

Walter White è un insegnante di chimica che, non potendosi pagare le cure per il cancro, inizia a produrre e spacciare mentanfetamine. Un americano di classe media impoverito che "sbrocca" (penso che questa sia la traduzione più corretta di "Breaking Bad") intraprendendo un percorso a spirale che lo spingerà a diventare uno dei boss più temuti dei cartelli della droga.
Nel 2016 il filosofo e scrittore Raffaele Alberto Ventura scrisse un articolo intitolato proprio "Make American Breaking Bad", mettendo in relazione la parabola di Walter White con il trumpismo, il movimento MAGA, i redneck della rust belt incazzati etc etc.
"La rabbia di Walter White è la rabbia che sale dal cuore dell’America, scriveva Ventura, ma non è precisamente la rabbia degli ultimi. È una rabbia molto più violenta e distruttiva: è la rabbia dei declassati".
Cento anni fa la stessa rabbia, figlia dell'umiliazione dopo la sconfitta nella prima guerra mondiale, costituì il terreno fertile per l'esplosione del nazifascismo. Lo stesso tipo di rabbia serpeggia oramai da tempo in tutto l'occidente. E' una rabbia disperata, alimentata dal risentimento, pericolosa come quella di una bestia feroce e schiumante che sbatte la coda sapendo di essere spacciata. Che cos'è lo slogan Make America Great Again (o se vuoi il "Prima gli italiani), se non un'ammissione di debolezza? Per quale motivo i Ceo delle Big Tech, si sono schierati con Trump, presenziando in maniera inequivocabile alla cerimonia di insediamento se non per lo stesso sentimento di profonda vulnerabilità? Qui poi entriamo in una giungla di teorie paranoiche, che lascio volentieri agli esperti. 

Da tempo però mi pongo la stessa, tragica domanda: quando tra mille anni, gli storici racconteranno la fine dell'occidente (spoiler: sì- la racconteranno), sono convinto che non la faranno coincidere con questi giorni, con Capitol Hill e nemmeno con la prima elezione di Trump.

Mi vengono i brividi, perché io c'ero: ma penso che la fine dell'occidente sia cominciata con l'elezione di Barack Obama, il presidente che pur avendo un compito difficilissimo e complicatissimo, aveva tra le mani il più grande capitale di Spiritual Action degli ultimi 30 anni. Yes, we can: tre parole che oggi pesano come un macigno.

Temo invece che ricorderemo Obama solo per il suo gusto nell'arredamento e per aver fatto suonare alla Casa Bianca qualsiasi rapper e artista black in attività.

E in Italia? Niente paura, già all'epoca il nostro compito era preparare i cappuccini al bar dei potenti. Anni dopo l'unica differenza è che i cappuccini ora sono gourmet e costano tre volte di più.

Europa: tutto in salita . E non abbiamo nemmeno mai prodotto una serie all’altezza di Breaking Bad.

Nb 

Dubbi, pensieri, consigli:
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14.02.2025
Go Spiritual.

Ancora sulla Spiritual Action.

La spiritualità non ha nulla a che vedere con la religione, o meglio la religione non può pensare di avere l'esclusiva sulla spiritualità. 

Se paragoniamo la spiritualità allo sport, la religione è come il tennis o il calcio. Ma forse è ancora un livello superiore: la spiritualità ha a che fare con la nozione di gioco, con meccanismi atavici e primitivi.

Non so nemmeno se c'entri con il fatto di credere in qualcosa, c'entra più con il motivo. Avere un motivo, una forza che ti spinge, oltre la corazza che dobbiamo costruirci per vivere. 
Questa corazza è costituita per il 90-99% da istinto di sopravvivenza e dalla dinamica umanissima predatore-preda. Cioè ci alziamo la mattina, desideriamo sopravvivere, guadagnare soldi, desideriamo accoppiarci, possedere oggetti, persone, desideriamo tenere a bada tutte le ansie e tutte le nostre paure, sentirci al sicuro, al riparo. E' così per chiunque- dall'età del ferro ad oggi. Non c'è nulla di sbagliato. 

Eppure dai tempi dei cacciatori-raccoglitori c'è sempre stata una sfera misteriosa, un layer ulteriore, roba che nessuno è in grado si spiegare se non con la musica, con i racconti e le leggende. 

Il motivo, l'azione dettata da una spinta che esuli dalla mera sopravvivenza, è l'oggetto del mio interesse. Alcuni la chiamano Gayna.

Perchè? Non lo so, mi sembra che questo layer si sia sbiadito, o lasciato in mano a gente veramente poco interessante. Penso che la spiritualità, sia una condizione pre-politica e pre-religiosa e che recuperarla in forme rinnovate possa rinnovare l'azione politica, la socialità o in generale le nostre vite.

Tanto per capirci, considero Ian MacKaye dei Minor Threat/Fugazi una persona estremamente spirituale, considero la pratica del Do it Yourself una esempio perfetto di azione spirituale, anche le figura di Greta Thunberg nel 2018 ha avuto un impatto importante in questo senso. 

La cosa importante è ribadire che qui io non vendo niente, non ho una tesi chiara, ma solo una forma vaga di direzione. L'opposto di quello che succede nel mondo della comunicazione: se là fuori ti leggi un articolo, un post, se ti guardi un video, tendono tutti a veicolare una tesi (es: Trump ha vinto le elezioni perché è andato ospite sui podcast dei giovani.. seee ahahah lol). Qui viene sancito il percorso opposto.. non sappiamo dove stiamo andando, facciamo domande, siamo perennemente nervosi, irrisolti, under-construction e a postissimo con questa cosa.

Nb: Ho ricevuto alcune mail in risposta ai post precedenti e ne sono nate delle conversazioni splendide. Non esiste una sezione commenti, non c’è nessun engagement da inseguire, non c’è fretta, non utilizzerò la tua mail per spingere la mia roba: se hai qualcosa di interessante da consigliare o un pensiero su questo tema, scambiamoci delle mail 

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11.02.2025

Come Ridiamo

Ecco un tema di cui non so veramente niente.

I motivi per cui ridiamo sono evidenti e connaturati nel comportamento umano. Eppure, la risata è un mistero insondabile: i bambini impazziscono per i personaggi pasticcioni che combinano un guaio dietro l’altro, ma da lì a Louis CK o ai meme con tripla quadrupla lettura c’è un universo senza fine.

Quando ridiamo, vengono rilasciate endorfine, neurotrasmettitori che hanno un effetto positivo sull'umore e riducono il dolore e lo stress. Ridiamo più volentieri e più facilmente in contesti sociali (risata contagiosa) ma poi c’è la risata amara, il cinismo, la satira, la parodia, la risata malefica le situazioni decontestualizzate per il LOL, il trash e altre cose che sto dimenticando.

Negli anni Venti mi sembra che la risata sia sotto attacco; che la nostra cultura stia inconsapevolmente facendo alla risata quello che ha già fatto con il turismo, ovvero riempire tutto lo spazio disponibile. Over-risata?

Mi è capitato di scrollare (spesso in compagnia) robe stupide che fanno ridere, tipo un periodo ero in fissa con della gente che si lanciava nuda nei laghi con una liana e poco prima di entrare a piedi uniti in acqua riusciva a mollare uno stronzo fresco e fiammante. Una cosa oggettivamente complicatissima e, a mio personale modo di vedere, esilarantissima. Altro che Cacare in discoteca.. 

Meno di un secondo dopo sullo schermo mi arriva lo spezzone di quello stand-up comedian davvero irresistibile, poi una parodia di qualcosa, poi il tipo che anagramma le bestemmie etc etc. Questi contenuti non solo scandiscono la nostra vita, ma nel caso di gente sotto i 20 anni sono anche una fetta gigantesca dell'attività sociale, che consiste nel guardare video dallo stesso schermo spalla a spalla al grido di “questo fa riderissimo”. 

Mi chiedo: cosa c'è che non va > niente mi rispondo, ma sento puzza di tossicità, mi chiedo anche perché certe cose o certi comedians non mi fanno ridere per niente. Mi chiedo se questa cosa capiti anche ad altre persone, mi chiedo se lo stesso video, lo stesso meme o contenuto, sortisca i medesimi effetti sia presso la mia cerchia di amici sia all'interno di un gruppo di colleghi in un ufficio a Nuova Dehli. Tante domande un po’ a caso ma è anche il suo bello.

Non esiste una sezione commenti, non c’è fretta, non c’è nessun engagement da inseguire, se hai qualcosa di interessante da consigliare o un pensiero su questo tema, tipo cosa ti fa ridere ma anche cosa non ti fa ridere per niente, scambiamoci delle mail, tanto sicuramente è un pozzo senza fondo come tema.

[email protected]

10.02.2025

Cartoline

Il nuovo album dei Cayman the Animal mi è arrivato via cartolina, non è presente su nessuna piattaforma e me lo sono ascoltato tutto senza interruzioni poco fa facendo un tuffo nell’affascinante terra di Leoland. (C’è anche una gallery bellissima)

Partiamo dal mezzo. La Cartolina.
Di solito se sento anche solo l’odore di nostalgia io me la do a gambe all'istante perché trovo mortificante vivere la vita guardando indietro aggrappandosi alle cose rassicuranti mentre davanti vedi solo nebbia. Spoiler: la nebbia che vedi è generata esattamente dal tepore caldo di quella stessa nostalgia in cui ti senti così bene.

Ma qui la cartolina - - che mi arriva da un luogo immaginario e misterioso identificato come Leoland, è un vettore di grandissima modernità. Questo gruppo di instancabili agitatori culturali cosa mi sta dicendo? Che il tempo è prezioso ed è la misura di quanto tieni a qualcosa. Il tempo di scrivere una cartolina, il tempo che ti prendi per leggerla, seguire gli indizi verso il disco, ascoltarlo, farti una risata, entusiasmarti al suono della musica rock.

Grande trovata di marketing diranno i più maliziosi.

Ma se penso a tutte le ore di riprese/montaggio che impiega un qualsiasi creator per confezionare un reel del quale nemmeno arrivo alla fine prima di passare al successivo mi viene solo da dire: non è marketing: è punk.

09.02.2025

Azione Spirituale

Quello che diciamo (postiamo) non sopravvive 24 h -

Quello che facciamo, ci appartiene per sempre.

Ho deciso di aprire un luogo in cui scrivere liberamente con regole ancora più ibere, il nome che ho scelto è Spiritual Action per parlare di cose di cui non riesco più a parlare in altri spazi. No newsletter no engagement, no cose da vendere, no intrattenimento, no meme / si pensiero, si agli errori e ai tentativi che non sai cosa stai facendo ma sai perché lo stai facendo..

Azione spirituale dunque. Perché è da questa prospettiva di azione guidata da_____ non so definirlo,>> qualcosa che ami e in cui credi follemente, qualcosa che appunto non potrà mai diventare "contenuto" proprio perché incontenibile per definizione.

Temi che mi interessano: Ricchezza e il suo contrario, Errori e cose che sbagliamo, musica di ogni tipo, immigrazione, geopolitica, tecnologia e ovviamente spiritualità intesa come il motore che muove ogni cosa, la forza invisibile e segreta, il cavallo trasparente e a volte fragile che ci conduce verso l’orizzonte più profondo.

04.02.2025

Juke Mox

Low - complete discography

Orchestre Tout Puissant Marcel Duchamp - Ventre Unique

Adrianne Lenker - Bright Future

Ali Farka Tourè and Toumani Diabate - Ali and Toumani

Angel Olsen - Whole new mess

Arvo Part - Tabula Rasa

The Marked Men - Ghosts

Nina Simone - Baltimore

Broadcast - The noise made by the people

A Culture of killing - Dissipation of Clouds. The Barrier

Craven Faults - Bounds

Das Oath - Das Oath

Deerhunter - Microcastle

Fontaines DC - Romance

Dal:Um - Coexistence

G.l.o.s.s - Demo + Trans Day of Revenge

Impalers - Impalers

Jack Rose - Kensington Blues

Jeff Parker - The Way out of easy

James Holden - The Inheritors

Kurt Vile - B'lieve I'm going down

Lucio Dalla - Lucio Dalla

Los Days - Dusty Dreams

Mark Hollis - St

Maruja - Knockarea

Nails - Every Bridge Burning

Post Nebbia - Pista Nera

Townes Van Zandt - Our mother the Mountain

North Americans - Roped In

Nancy Sinatra & Lee Hazlewood - Nancy & Lee

Six Fingers Satellite - Severe Exposure

Mulatu Astatke - Tension

Rem - Green

Public Image Limited - Metal Box

Como Mamas - Get an Understanding

04.12.2024

Alcune cose che non mi piacciono

I menu dei ristoranti solo con il QR code spacciati come vera modernità, il simbolo del cestino che inghiotte tutto nelle stories di instagram, l'assuefazione a qualsiasi atrocità, la soglia di attenzione ridotta a brandelli, le due guerre, i due pesi, le due misure, perché tutto è sempre sullo stesso piano, ad uno scroll di distanza: i nazisti dell'alimentazione, del clima, del femminismo, del linguaggio, la gente che crede che l'identità sia un blocco di granito inamovibile, la gente che crede in generale nell'esistenza dell'identità, la parola "Ciaone", la parola "debriefing", le parola "avete" seguita dalla parola "prenotato", i token inutilizzati, i complottisti e ancora peggio chi passa il tempo a deriderli, i tizi che ci mettono un'ora a raccogliere le monete al casello.
L'hip hop come celebrazione di un capitalismo cafone e disperato, le reunion e i last tour, il turismo fuori controllo, gli speciali dei TG sul caporalato e sul carcere.
Altre cose che non mi piacciono: l'AI usata solo per le cazzate, l'AI percepita esclusivamente come minaccia, i puristi della montagna, i puristi del rock, i puristi del linguaggio, i puristi della mozzarella e del maccherone. La netta e costante sensazione di vivere in un mondo popolato esclusivamente da persone passivo-aggressive.

Cose che mi piacciono: il conflitto e la sua accettazione, parlare con persone diverse da me, i panni stesi in estate che si asciugano subito, la musica a volume alto, le granite o gremolate siciliane, le arachidi al wasabi, il mega sciopero alla Samsung, le signore in spiaggia che diventano amiche della tizia che fa le treccine alla nipote, le signore che attaccano bottone, Il volto di Raffaella Carrà che parla con la gente nei vecchi video di "Pronto Raffaella", salutarsi tra sconosciuti sui sentieri in montagna,
Ricordarmi che non sono da solo: che tante persone odiano i menu col Qr code e amano il conflitto, anche a Luglio.

22.11.2024

Uccidimi Adesso

Un tizio conosce una tizia
Si innamorano, ma poi la tizia, senza preavviso, scompare nel nulla.
Il tizio cerca la tizia ovunque, segue le sue tracce fino in Africa,
Ma non è l'Africa che si aspettava, non trova persone che girano scalze con le lance e parlano declinando i verbi all'infinito, è un posto sorprendente ed esplosivo, dove tutto è sul punto di cambiare.
𝐔𝐜𝐜𝐢𝐝𝐢𝐦𝐢 𝐀𝐝𝐞𝐬𝐬𝐨 è un thrillerone audio in dieci episodi. Un viaggio incredibile tra Europa e Africa directed by @emanuelelapiana. Contiene: rapper deceduti in circostanze misteriose, nuova Africa vs. vecchio colonialismo, avvocati senza scrupoli, magia nera, uragani, una storia dove tutto sembra sul punto di cambiare per sempre o di rompersi in mille pezzi.
Esce in tre lingue; italiano, portoghese e in inglese.
link
https://bio.site/mudar_podcast

Produzione @osuonomio
Scritto da @johnny_mox
Colonna sonora e regia: @emanuelelapiana
Voce narrante: @davide_farronato
Paesaggi sonori: @emanuelelapiana e @tommasshole
Cover art: @federico_tramonte
Proof-reading e coordinamento: sandraendx @paologhisu e @pandile
Un ringraziamento particolare a tutto lo staff del @cci.tn.it e al @cam_trentinomozambico che ci hanno assistiti nella produzione in Mozambico e in Italia.
Per approfondire i temi del Progetto Mudar segui @mudarbeira o visita il sito www.mudarbeira.org

04.05.2024

La Storia della bandierina

E' un pomeriggio di fine aprile, merenda e giochi sparsi ovunque in camera. Nella stanza ci sono due ragazzini di quarta elementare che parlano a voce alta.
Ad un certo punto Zaid alza lo sguardo verso il planisfero: il planisfero che tantissimi bambini di quarta elementare hanno in camera con la cartina, gli stati colorati e le bandierine delle nazioni.
"Manca la bandiera della Palestina" dice Zaid
"Ci sono le bandiere di tutte le nazioni, tranne quella della Palestina". C'è la bandiera italiana, quella della Tunisia, c'è addirittura la bandiera olimpica con i cinque cerchi, ma non c'è nessuna bandiera della Palestina.
Quando più tardi a cena Giona ci racconta l'accaduto la cosa prende tutti di sorpresa: come è possibile? Come mai non ci siamo mai accorti di una cosa cosi?.
"Acquisteremo immediatamente un planisfero con la bandiera palestinese", sentenzio come un vero capo-famiglia. Ma ci mettiamo pochissimo a capire che non troveremo mai in vendita un planisfero con la bandiera della Palestina. Perché non ne esistono.
E così è finita che ad aggiungere la bandierina ci hanno pensato Giona e Zaid, senza tante storie, con i pennarelli e le forbici.
Lo so, è la classica storia in cui il candore dei bambini svela l'assurdità e la malvagità degli adulti, eppure contiene una serie di simboli enormi, che hanno a che fare con la stupidità e la violenza, con il superamento di ogni livello di guardia. Non posso fare a meno di chiedermi quando arriva quel momento, il momento in cui si perde il candore e il senso della giustizia.
La riposta che mi sono dato è "sempre più presto, sempre prima".
Giona e Zaid sono i giovani eroi di questa storia: hanno già capito tutto, ma quanto tempo gli resta prima di diventare a loro volta dei soldatini con gli occhi sbarrati che si muovono in un mondo popolato solo da persone passivo-aggressive?
Il gesto di disegnare la bandiera-- è tutto li, semplice, innocuo e potente: mi fa venire le lacrime, perché a suo modo è un atto di accusa nei confronti del mondo orribile che gli stiamo facendo trovare.
Viva voi, piccoli esperti di geopolitica, possa il futuro non portarvi mai via questo pomeriggio.

04.02.2024

Hanno tutti ragione
Se tutti hanno ragione. Nessuno ha ragione.
La polarizzazione è una trappola, avere ragione è una

trappola, non è più sufficiente e ci schiaccia contro il muro.
A cosa serve avere ragione, chiedere il cessate il fuoco, , chiedere di non abbattere gli alberi

per la pista olimpica, di azzerare i morti

sul lavoro, fermare il genocidio, rivendicare la sicurezza del

proprio popolo?
Serve solo a generare ulteriore impotenza e polarizzazione:

da troppo tempo quello che chiedono milioni di

persone resta inascoltato.
Avere ragione non basta, bisogna pretendere.
Israele è l’immagine del futuro di tutto l’occidente. Quel

senso di accerchiamento, la paranoia e il vittimismo

hi-tech armato fino ai denti. Siamo noi, ci siamo noi in quella

foto, e anche se cerchiamo di fare la Cosa Giusta,

purtroppo-in questi anni divisivi, noi non ci troviamo dalla

parte giusta della storia.

Avere ragione non basta, bisogna pretendere.
E per pretendere, bisogna essere in tanti.

E per essere in tanti/e, dobbiamo avere una narrazione

comune.

E dunque, a che serve avere ragione, quando lo spazio per

ragionare è stato disintegrato?

A che serve puntualizzare, fare le pulci, screenshottare

quando alla fine il mio “Cease Fire Now”

finisce in mezzo alle foto delle vacanze sulla neve e ai video

di quel tizio buffo? E’ terribile, disumano.
Abbiamo bisogno di spazio, uno spazio che non sia progettato

per essere divisivo. Che te ne fai della

ragione se sono saltate tutte le possibilità di ragionare, che te

ne fai della tua ragione quando sei morto

sotto le bombe?
Forse gli Anni Venti sono questo, forse la guerra è questo.

Senti di aver ragione, ma è una ragione cieca, che

non ti fa più ragionare.

Tutti vogliamo fare la Cosa Giusta. Che cosa significa fare la

cosa giusta? Vogliamo tutti stare dalla

parte giusta. La violenza è giusta? Dal 7 ottobre ci penso tutti

i giorni, alla violenza. E a cosa vuol dire

stare dalla parte giusta. Mi hanno insegnato a stare dalla

parte della Pace, ma la pace, senza la giustizia, è solo

una parola vuota.
La violenza va sempre condannata: ce lo insegna la maestra;

ma quello che ho imparato è che alla violenza

bisogna sempre rispondere, non necessariamente con altra

violenza, ma che comunque alla violenza si

deve rispondere, altrimenti ne arriverà altra.
Quando nel film “Fa La Cosa Giusta” Mookie lancia il bidone

della spazzatura contro la vetrina della pizzeria

di Sal, dando il via alla rivolta nel quartiere, compie due azioni

in una: sceglie di schierarsi dalla parte della

sua gente (Love) e di far esplodere la protesta (Hate).
Per tutto il film Mookie fa di tutto per evitare il conflitto, fino

a che, quando la guerra è dichiarata, la violenza

diventa allora legittima anche per lui. Ma quando è cominciata

la guerra? Il 7 ottobre o dieci, cento, duecento

anni prima?
Non so perché ho scritto tutto questo. Di certo non per

avere ragione, che te ne fai della ragione quando

sei morto sotto le bombe?

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